venerdì 23 maggio 2014

Blog #tre: Per non dimenticare, mai!



"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana." (J. F. Kennedy) 



23 Maggio 1992, 22 anni fa. Secondo atto della "stagione delle bombe" 1992-'93. Dopo Salvo Lima, esponente DC, Cosa Nostra colpisce il magistrato palermitano Giovanni Falcone. Se ne va troppo presto una delle figure più autorevoli ed encomiabili, con Paolo Borsellino, un emblema della lotta al crimine organizzato italiano. E' tempo di paura, ansia, terrore in Italia; a poco serve lo stato d’allerta del comunicato di Vincenzo Parisi, allora capo della Polizia. E' tempo di Cosa Nostra, del “papello”, di Riina, di Ciancimino, dello Stato nello Stato, della legge del più forte. Tempo della Trattativa (che non parte dalla mafia), con tacito consenso della politica tutta e delle istituzioni locali, per un tanto agognato accordo, quasi di non belligeranza; tempo della Direzione Investigativa Antimafia all’oscuro dei contatti tra ROS e Salvatore Riina, alla viglia della strage di via D’Amelio.

“Furono interpellati Mancino e Violante, deputato, che erano a conoscenza dei contatti.
L'ex ministro dell'Interno, Nicola Mancino è stato indagato, il 9 giugno 2012 dalla procura di Palermo nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, con l'accusa di falsa testimonianza e sottoposto a intercettazioni telefoniche mentre parlava con Giorgio Napolitano” (da “Wikipedia, l’enciclopedia libera”) 

Forse i tempi sono cambiati: la stagione delle bombe è ormai vecchia di vent’anni.
C’è addirittura chi nega sia mai esistita una vera e propria trattativa tra lo Stato e la mafia. Ma gli interpreti sono ancora tra noi, sono in politica, nelle istituzioni, dove sono sempre stati, tra indulti e impunità. Sembra che l’ago della bilancia della politica italiana sia, trasversalmente nella nostra storia unitaria, dalla P2 a Mani pulite, da Cosa Nostra a la ‘Ndrangheta, il malaffare. Ed è forse per questo che la politica sembra essere un mondo così poco intelligibile, distante, lontano anni luce dal mondo reale: un mondo a parte, con regole proprie ed equilibri propri, insindacabile, inviolabile, sacro.
Come tale, la stessa politica fallisce nel suo scopo primario, che è dibattito, discussione, vita pubblica, democrazia, pluralità di idee ed ideologie; allora come oggi esistono i Falcone e i Borsellino, che lottano per una politica limpida, sognano uno Stato garante dei cittadini.
Ma forse lottare da soli per ideali così grandi non basta.

“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.” (G. Falcone)

1 commento:

  1. Grazie Leonardo di avermi dato lo spunto per una mia riflessione e voglio commentare il tuo post cercando di esprimere anch'io un pensiero su questi uomini così emblematici, anche se non è stato facile trovare le parole giuste per poter degnamente ricordare delle personalità tanto grandi.

    Chi ha detto che gli eroi non esistono? Esistono eccome, non sanno volare certo, e se li vedi camminare per strada non sempre li riconosci, non hanno il mantello e nemmeno strane divise, perlopiù sono persone comuni. Eppure ... eppure anche loro hanno i super poteri infatti riescono ad armarsi di un coraggio eccezionale e, nonostante tutto, portano avanti le loro lotte, ma quello che li rende davvero eroi è che non lo fanno per se stessi, no, affatto, sarebbe troppo facile. Loro danno la propria vita per gli altri, per un bene comune, per qualcosa di immensamente più grande di loro.
    22 anni fa, il 23 marzo del 1992 moriva nella strage di Capaci uno di questi eroi e con lui altri 5.
    Non trovo un modo migliore per ricordarlo se non citandolo:

    "Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola." - Giovanni Falcone.

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