Non ci si pensa mai, eppure ogni giorno
siamo circondati, per un motivo o per un altro, da decine di persone che non
conosciamo e che ci risultano essere tutti ugualmente indifferenti (basti
pensare a quando siamo per strada, in pullman o in un supermercato). Tuttavia
se ci si ferma un attimo a riflettere, si capisce che non siamo proprio tutti
uguali e che fra la gente comune talvolta si nasconde anche qualche “eroe senza
nome”.
Nelle nostre città infatti esistono
degli “eroi invisibili” che vivono le loro vite come persone comuni (non hanno
alcun superpotere ma sono molto più reali dei supereroi dei fumetti) e che ogni
giorno danno prova del loro valore nell’anonimità della vita quotidiana,
sacrificando se stessi per il bene del prossimo e della collettività. Naturalmente,
ponendo l’attenzione su questo genere di persone non si vuol certo sminuire la
grandezza di tutti quegli uomini che hanno dato la propria vita per qualcosa di
più grande di loro e che sono stati riconosciuti eroi, passando alla storia
come tali (Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Nelson Mandela, Giuseppe
Garibaldi, Re Leonida, ecc… )
Tuttavia, oltre a questi “grandi eroi”
esistono, appunto, anche molti “piccoli eroi” a cui non si pensa, ma che nella
monotonia di ogni giorno danno forza e struttura alla società, proteggendola dai
pericoli esterni e talvolta persino da se stessa. E’ di questi individui che si
vuole parlare in questo articolo. Infatti se da un lato non è facile vivere
nella società moderna (a causa di eventi naturali o artificiali come ad esempio
epidemie, catastrofi o guerre), dall’altro lato ci sono sempre dei “fattori”
che evitano lo sprofondamento nel caos. Ma tutto ciò com’è possibile? E’ qui che
entrano in gioco quelli che, nel titolo, abbiamo chiamato “eroi senza nome”.
Capire chi siano questi individui diventa quindi immediato, in quanto essi sono
tutte quelle persone che svolgono lavori socialmente
necessari e non soltanto socialmente
utili. Infatti se è vero che ogni occupazione risulta essere, a modo suo,
utile alla società; essa non sempre è anche necessaria come invece lo sono
altre. Quindi in questa categoria troviamo: vigili del fuoco, forze dell’ordine
(Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri, ecc.), volontari di
associazioni umanitarie (come ad esempio Emergency, Medici Senza Frontiere e
Croce Rossa), fotoreporter e giornalisti che operano in zone pericolose (per lo
più di guerra), giusto per citarne alcuni. Tutti questi “tipi” di persone
sacrificano ogni giorno i propri interessi privati, il proprio tempo, talvolta
anche i propri affetti, per dei valori collettivi che vanno oltre se stessi e
che richiedono continui sacrifici personali e la prontezza a sacrificare,
qualora fosse indispensabile, anche la propria vita. Tutti questi uomini e
donne sono eroi, anche se raramente sono considerati tali e quasi mai ci si
ricorda di loro. Sono eroi perché costituiscono la garanzia di stabilità della società
e perché la mantengono in vita.
A questi eroi vanno poi aggiunti tutti
quegli individui che, anche se non gli vengono richiesti sacrifici estremi, costruiscono
e costituiscono, lontano dai riflettori, le fondamenta della società e qui
troviamo: operai, insegnanti (fino alla scuola secondaria), infermieri e
operatori del settore sanitario, volontari di centri di assistenza o
recupero (per malati, anziani o tossicodipendenti), operatori ecologici, ecc…
Pertanto risulta essere solo grazie a
questi eroi “invisibili” e “senza nome” se la grande macchina sociale si
mantiene in vita e continua ad esistere nonostante ogni crisi e difficoltà.
Infatti proprio come in ogni grande opera architettonica un singolo mattone
sembra essere incredibilmente simile agli altri e apparentemente insignificante
in sé; esso è in realtà un pezzo unico ed insostituibile, indispensabile per la
realizzazione e il mantenimento dell’opera stessa.
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