giovedì 26 marzo 2015

Blog#tredici: Eroi senza nome


Non ci si pensa mai, eppure ogni giorno siamo circondati, per un motivo o per un altro, da decine di persone che non conosciamo e che ci risultano essere tutti ugualmente indifferenti (basti pensare a quando siamo per strada, in pullman o in un supermercato). Tuttavia se ci si ferma un attimo a riflettere, si capisce che non siamo proprio tutti uguali e che fra la gente comune talvolta si nasconde anche qualche “eroe senza nome”.
Nelle nostre città infatti esistono degli “eroi invisibili” che vivono le loro vite come persone comuni (non hanno alcun superpotere ma sono molto più reali dei supereroi dei fumetti) e che ogni giorno danno prova del loro valore nell’anonimità della vita quotidiana, sacrificando se stessi per il bene del prossimo e della collettività. Naturalmente, ponendo l’attenzione su questo genere di persone non si vuol certo sminuire la grandezza di tutti quegli uomini che hanno dato la propria vita per qualcosa di più grande di loro e che sono stati riconosciuti eroi, passando alla storia come tali (Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Nelson Mandela, Giuseppe Garibaldi, Re Leonida, ecc… )
Tuttavia, oltre a questi “grandi eroi” esistono, appunto, anche molti “piccoli eroi” a cui non si pensa, ma che nella monotonia di ogni giorno danno forza e struttura alla società, proteggendola dai pericoli esterni e talvolta persino da se stessa. E’ di questi individui che si vuole parlare in questo articolo. Infatti se da un lato non è facile vivere nella società moderna (a causa di eventi naturali o artificiali come ad esempio epidemie, catastrofi o guerre), dall’altro lato ci sono sempre dei “fattori” che evitano lo sprofondamento nel caos. Ma tutto ciò com’è possibile? E’ qui che entrano in gioco quelli che, nel titolo, abbiamo chiamato “eroi senza nome”. Capire chi siano questi individui diventa quindi immediato, in quanto essi sono tutte quelle persone che svolgono lavori socialmente necessari e non soltanto socialmente utili. Infatti se è vero che ogni occupazione risulta essere, a modo suo, utile alla società; essa non sempre è anche necessaria come invece lo sono altre. Quindi in questa categoria troviamo: vigili del fuoco, forze dell’ordine (Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri, ecc.), volontari di associazioni umanitarie (come ad esempio Emergency, Medici Senza Frontiere e Croce Rossa), fotoreporter e giornalisti che operano in zone pericolose (per lo più di guerra), giusto per citarne alcuni. Tutti questi “tipi” di persone sacrificano ogni giorno i propri interessi privati, il proprio tempo, talvolta anche i propri affetti, per dei valori collettivi che vanno oltre se stessi e che richiedono continui sacrifici personali e la prontezza a sacrificare, qualora fosse indispensabile, anche la propria vita. Tutti questi uomini e donne sono eroi, anche se raramente sono considerati tali e quasi mai ci si ricorda di loro. Sono eroi perché costituiscono la garanzia di stabilità della società e perché la mantengono in vita.
A questi eroi vanno poi aggiunti tutti quegli individui che, anche se non gli vengono richiesti sacrifici estremi, costruiscono e costituiscono, lontano dai riflettori, le fondamenta della società e qui troviamo: operai, insegnanti (fino alla scuola secondaria), infermieri e operatori del settore sanitario, volontari di centri di assistenza o recupero (per malati, anziani o tossicodipendenti), operatori ecologici, ecc…

Pertanto risulta essere solo grazie a questi eroi “invisibili” e “senza nome” se la grande macchina sociale si mantiene in vita e continua ad esistere nonostante ogni crisi e difficoltà. Infatti proprio come in ogni grande opera architettonica un singolo mattone sembra essere incredibilmente simile agli altri e apparentemente insignificante in sé; esso è in realtà un pezzo unico ed insostituibile, indispensabile per la realizzazione e il mantenimento dell’opera stessa.

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